Essendo giorni difficili per l’Ucraina e per la sua capitale Kiev, tutti vogliamo stringerci intorno al popolo ucraino in segno di solidarietà, nella speranza che l’incubo della guerra possa cessare.
A ricordarci della solidarietà tra gli uomini e al fatto che siamo tutti sotto lo stesso cielo ricordiamo la poesia “La luna di Kiev” di Gianni Rodari.ianni Rodari
La luna di Kiev
Chissà se la luna
di Kiev
è bella
come la luna di Roma,
chissà se è la stessa
o soltanto sua sorella…
“Ma son sempre quella!
– la luna protesta –
non sono mica
un berretto da notte
sulla tua testa!
Viaggiando quassù
faccio lume a tutti quanti,
dall’India al Perù,
dal Tevere al Mar Morto,
e i miei raggi viaggiano
senza passaporto”.
“La guerra non si può umanizzare, si può solo abolire.”
Gino Strada
L’origami della gru simbolo di pace
“Orizuru” in giapponese è la gru di origami. Da sempre nella cultura giapponese, questo uccello è associato alla lealtà e all’onore, oltre che alla forza. Quando qualcuno vede una gru in Estremo Oriente, è considerata di buon auspicio.
Ma come mai l’orizuru è diventato simbolo della pace? Per capire ciò, dobbiamo fare un passo indietro …. di ben 77 anni!!
Era il 6 agosto 1945 a Hiroshima e la piccola Sadako Sasaki, di soli 2 anni, giocava con il fratello nel parco quando, ad 1.7 km dal luogo in cui si trovavano, venne sganciata la bomba nucleare che distrusse quasi interamente la città. L’esplosione creò uno spostamento d’aria così forte che separò i due fratellini, ma entrambi rimasero illesi.
Crescendo, Sadako divenne una ragazzina forte e atletica, ma all’età di undici anni, dopo la vittoria di un’importante gara di bici, tornò a casa stremata. Quello che inizialmente sembrava un semplice raffreddore, si rivelò essere purtroppo una grave forma di leucemia, dovuta alle radiazioni della bomba atomica denominata “Little Boy”. Sadako fu quindi ricoverata alla Croce Rossa di Hiroshima. Per cercare di rassicurarla, il fratello Chizuko le raccontò l’antica leggenda secondo cui, chi fosse riuscito a creare mille orizuru, avrebbe potuto esprimere un desiderio.
Sadako iniziò a creare tante gru di origami utilizzando ogni materiale: dai fogli di giornale alle confezioni di medicine. Si impegnò al massimo per riuscire a farne mille e poter esprimere il desidero di guarire e tornare presto alla sua vita di sempre … Sadako amava lo sport e le sarebbe piaciuto diventare un’insegnante di educazione fisica.
Purtroppo, nel 1955 Sadako morì dopo aver terminato l’origami numero 644 (riferisce Eleanor Coerr nel
suo romanzo “Sadako and the Thousand Paper Cranes”), mentre i suoi amici continuarono con la “missione” facendo le restanti 356. Un’altra versione della sua storia, vuole invece che Sadako fosse riuscita a completarne ben più di 1000!
Il suo corpo venne sepolto con una collana di mille gru e la sua storia è diventata nota in tutto il mondo come simbolo della lotta contro tutte le guerre.
Nel 1958, fu collocata all’Hiroshima Peace Memorial una statua raffigurante Sadako mentre tende una gru d’oro verso il cielo. Ai piedi della statua, una targa reca incisa la frase: “Questo è il tuo pianto. La nostra preghiera. Pace nel mondo“.
“Io scriverò PACE sulle tue ali e tu volerai in tutto il mondo.” (Sadako Sazaki)